Non sarà la Cappella Sistina. Ma ogni uomo può essere un capolavoro
«La tua narrazione… mi ha evocato l’immagine di un grappolo d’uva con un unico raspo centrale che riunisce insieme gli acini, dove gli acini sono storie, esperienze, tempi diversi fra loro, ma stretti nell’unità strutturale del grappolo. Il grappolo della tua vita. Sempre piacevole leggerti, sempre piana la tua scrittura». (Valeria)
Gli struzzi
Passo dopo passo. Il sentiero della mia resilienza
Racconti di Colombine
Storia d’amore e d’archeologia
Senza. Del dolore e dell’amore
«Senza non è solo un titolo. È una parola che si insinua nei giorni di chi resta. È la condizione dell’anima dopo una perdita che non si può spiegare, né misurare. Ma è anche un punto di partenza. Un modo per interrogarsi sul senso della cura, sul valore profondo della sanità pubblica, su cosa significhi davvero esserci per l’altro, quando la malattia mette tutto in discussione. E, soprattutto, è un modo per continuare a dare forma e sostanza all’amore, anche quando il corpo non c’è più. Perché l’amore vero non finisce. Cambia luogo. Si fa memoria. Si fa racconto.» (Dalla Prefazione di Deborah Maradini)
Io sono Giordana. Il mio nome, la vostra memoria
«Con questo libro voglio che Giordana continui a vivere, attraverso chi sceglierà di non voltarsi più dall’altra parte. Perché nessuna donna debba più morire per mano di chi dice di amarla. Ho camminato con il tuo nome nel cuore, Occhi di Stella, e ogni mio passo è il respiro che ti è stato brutalmente negato.» (Vera Squatrito)