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Paternò arcana. I racconti

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«Ci sono dei codici di comportamento che c’hanno insegnato fin dalla tenera età, sono radicati in noi. Chi li trasgredisce, di solito, ha un tarlo nella propria mente, il tarlo del male che chiama a sé il suo principe.»

Un fuoco paziente

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«Bella a vedersi accesa, attirava le dita / la cucina economica. / C’era tutto il tempo per la pazienza / che più tardi avrei dovuto imparare.»

Papà, chi sono gli ignavi? Il messaggio pedagogico nel racconto della Divina Commedia

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«La cosa curiosa è che il fallimento spesso arriva proprio da quell'obiettivo che si voleva raggiungere con tutte le forze. Ulisse vede il turbine partire proprio dalla montagna, non da qualche altra parte.»

La Sicilia nella Divina Commedia

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Quaderni di ricerca ΖΗΤΗΣΙΣ-ZETESIS nell’anno delle celebrazioni dantesche (2021)

Il cigno di Baudelaire

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“Chi non ha letto Baudelaire nell'adolescenza è partito svantaggiato per l'avventura della vita”, scrive Conte con inesausta fede nella poesia, che, nel caso de I Fiori del Male, al quale egli è devoto, diviene un “invito a vivere la vita nella sua pienezza torbida e debordante, in bilico fra il cielo e il fango, tra l’amore e l’odio, la fuga e la ribellione, il bene e il male, la noia e il piacere, l’orrore e la bellezza”.

Il sole azzurro delle donne

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“Racconterò storie di donne” scrive l’autrice nella presentazione al suo libro. Gli uomini, quelli che per detto occuperebbero la prima metà del cielo, invece, dove sono? Di fatto non ci sono, se non in qualche accenno. Eppure, a ben vedere, i maschi ci sono. Sono effettivamente presenti sempre, aleggiano dietro ciascuno dei racconti.

Il discrimine tra il bere e il male

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«Entro mezzanotte il meteorite colpirà la Terra ed è probabile che saremo tutti morti. Cominci a pensare che non riuscirai mai ad andare all’appuntamento con il producer. Cazzo era destino. Nessun film firmato Costa. Guardi l’ora. Ci siamo, l’impatto è imminente e la fine, la vedi sempre più vicina. Sei pronto a morire, ti chiedi di continuo, sei pronto a morire?»

Ironia delle sorti

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«C’era soltanto chi giurava d’aver sentito, nel cuore della notte, strani cigolii, rumori di martelletti e svitamenti e poi l’indomani, come d’incanto, aver notato la mutazione del nome della propria strada o viuzza in nomi comuni come Alfio Strano, Alfredo Cunsolo o Lina Strazzeri, e di sotto la comunissima professione tipo vetraio, usciere o casalinga.»

Una comune storia sbagliata

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Catania è un libro indescrivibile, dalle parole arruffate, appesantito dalle sue metafore e dalle sue contraddizioni. Un libro nero, come la rugosa roccia della sua scogliera.    

Tachicardia a riposo

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Sono uomo, e c’è qualcosa che non mi va giù: avrei voluto essere qualcosa di meno, qualcosa di più o, meglio ancora, nulla.

Non è come sembra

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«L'ingresso al museo è gratuito, ma con un accorgimento: prima di “entrare”, bisogna “mostrare” la propria banana!»