Lettere di Vincenzo Bellini a Francesco Florimo (1828-1835)
[…] il nome di Carmelo Neri, valente studioso e ricercatore, è legato a quello del suo grande connazionale Bellini […]. Il suo costante interesse per la corrispondenza di Bellini porta ora a nuovi risultati, e infatti la presente pubblicazione contiene sorprendenti novità in merito al lavoro di trascrizione delle lettere da lui indirizzate al bibliotecario, storico della musica e compositore, Francesco Florimo (1800-1888).
Ferite nella pietra lavica. Storie di bombe su Catania 1940-1943
Le Tre torri del Filosofo. Giovanni Natoli Ruffo e la Ducea di Archirafi
Grammatica Spagnola
Riposto. Territorio, infrastrutture, identità urbana (1841-1920)
Fantasticando. Centosessantuno favole da tutto il mondo riscritte in catanese
Una sognatora in cammino
«…e quando le difficoltà appaiono nel mio cammino e i raggi del sole illuminano le giornate, so che i sentimenti, che condivido con coloro che ho avuto accanto in questi anni danteschi, sopravvivono a noi stessi, sempre, perché sono tutti qua racchiusi dal filo sottile della scrittura che oltrepassa questo nostro esile, problematico e complesso tempo presente.»
D’Europa e di Sicilia: Annali di Aci-Reale 1734-1900. Studio sul pensiero politico
Il giovane gentiluomo acese Giuseppe Grassi Voces, che s’invaghisce dell’affascinante chanteuse napoletana Maria Mola, precorre i tempi anticipando Edoardo VIII che rinunzierà al trono d’Inghilterra per Wallis Simpson, signora del cabaret americano. Anche il nostro gentiluomo acese, don Peppino, perse la testa. Ma perse pure lui il suo «trono», che significò qui da noi la damnatio memoriae!
Santa Venerina tra storia e leggende
Il Gulli e Pennisi. Una storia (1884-1923)
Saudades. Che cosa è la saudades, mamma?
Evoluzione storica del paesaggio ionico etneo dall’antichità ai nostri giorni. Atti del convegno di studi
«Siamo arrivati alle sei del mattino a Riposto, bel villaggio marinaro sotto l’Etna. Abbiamo preso cinque muli per noi ed i nostri domestici, e con alcune provviste ci siamo incamminati per salire verso la parte più elevata dell’Etna dove si trova questo famoso castagno. Siamo giunti intorno alle dieci, passando da Giarre, La Macchia e S. Giovanni, che sono (bei borghi) situati nella parte più bella e fertile del paese; i cui abitanti ci hanno deliziato con i loro modi gentili e la loro cordialità. Alle dieci siamo arrivati al castagno e siamo scesi dai muli […]».
Dierkens, Voyage en Sicilie (1778)