L’opera si arrampica sul tronco dei grandi talenti, si attacca alle gonnelle delle dive di ieri e a quelle di oggi, ed esprime una propria estetica. Racconta un universo. In fondo è il gusto per il bello che non cede al tramonto. L’opera è un personaggio dei cartoni. Quel cowboy di Bruno Bozzetto che dovrà essere raggiunto da decine (centinaia?) di frecce e pallottole prima di cadere. Ne avanzerà di tempo per l’ultima aria.
Marco Iacona è ricercatore, giornalista e saggista. Scrive per “la Confederazione Italiana”, “il Giornale” e “la Sicilia”. È al nono libro. Preferisce citare e solo su richiesta Album di un secolo (Rubbettino 2011) e C’era una volta una generazione (Tabula Fati 2012). Sospetta di essere noto per gli studi su Julius Evola malgrado ripassi di continuo i film di Woody Allen. Siciliano per responsabilità altrui. Va all’opera con discontinuità e diffida dei catanesi che affermano di vivere da non catanesi pur pasteggiando a granite e cannoli.
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