Il Sole Padella racconta l’estate del 1966, simbolo per un’intera generazione, tra sogni semplici e una realtà poetica fatta di vicoli, cinema all’aperto odorosi di gelsomino e rapporti autentici. Le emozioni del primo amore e gli echi di una raggiante Catania si intrecciano agli ultimi afflati del secondo dopoguerra e a giochi da strada dal valore iniziatico, ormai sconosciuti ai bambini di oggi.
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L’ultima proroga
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Pillole di eresìa. Contribuiscono alla digestione delle banalità politicamente corrette… e di ben altro ancora
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Riccardo Piccione
Il sole padella
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“…viviamo un senso di immortalità; tutto è eterno e dura per sempre.”
Descrizione
Informazioni aggiuntive
| Dimensioni | 14 × 21 cm |
|---|---|
| Autore | Riccardo Piccione |
| Copertina |
Flessibile con alette |
| Formato |
Cartaceo |
| Numero di pagine |
172 |
Recensioni (4)
4 recensioni per Il sole padella
About Riccardo Piccione
Riccardo Piccione è nato a Catania nel 1956 e lì ha studiato legge e filosofia. Appassionato di archeologia e storia greco-romana, ha approfondito lo studio dei poemi omerici. Da esponente di quella generazione che ha vissuto la rivoluzione musicale degli anni ’60 e ’70, suona la chitarra e la batteria. L’amore per la sua città trapela nelle immagini di questo romanzo.
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Giancarlo –
Lettura scorrevole e coinvolgente. Ottime le capacità descrittive dell’autore che disegnano una Catania in via di trasformazione, vista con gli occhi di un ragazzino che vive il proprio quartiere come un grande parco giochi ma che avverte in maniera prepotente l’affacciarsi dei primi amori di una adolescenza ormai prossima.
Salvo F. –
Si…! L’ho letto, e tra non molto lo rileggerò per rituffarmi ancora nei miei “cari ricordi,” quelli che da grandi mettiamo in soffitta… L’autore riesce a farci rivivere stati d’animo che si susseguono e che più volte capita di chiudere il libro per assaporare le sensazioni, le emozioni del giocare a pallone in mezzo alla strada… della cucina di mamma… del mondo dei nostri invincibili eroi dei fumetti. Ma tutto passa, le persone… le sensazioni… le pietre… solo la parola non cambia, ma ci cambia, proiettando, nell’ l’eternità quella piccola cellula dell’umanità che è ogni l’uomo… Si! Vale proprio la pena rileggerlo…
Salvo F.
Alessandro T –
Ho letto il libro e sono rimasto particolarmente colpito. E’ un bel libro veramente che mi ha trasportato in un mondo che pure io ho vissuto. Bellissima la nostalgia e la malinconia dell’autore. Un bel messaggio per le future generazioni.
Elena Brancati –
Il 1966. Che anno! Avevi solo 11 anni, o li stavi per compiere, e ti sembrava già di essere grande. E che estate! L’estate del passaggio dall’infanzia all’adolescenza. E Riccardo Piccione, nel suo romanzo “Il sole padella”, descrive questo passaggio con grande maestria utilizzando un scrittura semplice frutto di uno studio meticoloso e di un’attenta ricerca delle parole in modo tale che nelle sue esperienze di quell’anno, uniche perché sono le sue, ci possiamo tutti/e ritrovare: i primi innamoramenti, gli amici che non si dimenticheranno mai e che lo resteranno per sempre. Il tutto narrato con grande dolcezza, profondità e chirurgica precisione: il tempo; il passare dei giorni che sembrano una continuazione gli uni degli altri ma che non sono tali; la felicità come uno “stato transitorio dell’anima” al quale ci aggrappiamo nei momenti più bui delle nostre vite. E poi i personaggi che infiorano questo racconto: il primo amore che resta sospeso nel tempo di un’estate; la nonna e le sue saggezze; il maestro e le sue lezioni di vita, i fratelli e il legame accudente che li unisce, gli amici che ci sono ancora e quelli che non ci sono più. Insomma, chi non ha vissuto un’estate così? E poi quel Sole Padella – che solo chi vive in Sicilia può immaginarselo – che attraversa le pagine del romanzo in maniera a volte predominante e altre con discrezione, fa capolino fra i personaggi, le vicende e le giornate di un’estate unica.