Dalla nostalgica immersione nel “tempo che fu”, Barbagallo prende e mette sul campo della pagina un plotone di ali formidabili, personaggi che una volta arrivati sul fondo la mettono sempre al centro per la testa del centravanti: dal maestro Sarmenti, improbabile filosofo di un filosofeggiare che in Sicilia è ragione pratica di quotidianità, fino a don Sarvaturi, il cui romanticismo cozza aspramente col pragmatismo, forse anaffettivo, della moglie. L’autore restituisce dignità d’esistenza a fatti e personaggi che ne alimentano la memoria, dando vita a un’opera poetica lucidissima, in cui tutto è stato inevitabilmente filtrato dall’alambicco del disincanto. (dalla prefazione di Vladimir Di Prima)
Alfio Barbagallo nasce a Zafferana Etnea nel 1936. Si laurea nel 1961 in Lingue e Letteratura francese. Dal 1961 al 1965 è lettore di Lingua italiana in Francia. Dal 1965 al 2001 insegna Francese nelle scuole pubbliche italiane. Dal 2001 è in pensione e si occupa di volontariato con l’Associazione VIDES di Valdagno, città dove vive.
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